Il colera e la rivolta, Parigi 1832

Il 1832 è l’anno del colera a Parigi. Il morbo viaggia per l’Europa, proveniente dall’Asia, almeno dal 1817. È un evento devastante soprattutto nei gradini più bassi della società. L’esasperazione del popolo dovuta all’alta mortalità assieme ai malumori per le mancate promesse di Luigi Filippo, il “Monarca di luglio” salito al trono dopo i celebri moti di due anni prima, portano al desiderio di un nuovo rovesciamento politico.
Il 5 giugno si celebra il funerale del generale Lamarque, percepito come difensore delle cause popolari, vittima del colera. È l’occasione perfetta per organizzare la sommossa e Parigi vede rialzarsi le barricate come nel luglio di due anni prima. L’insurrezione del 5 giugno – immediatamente sedata – ha una eco importante nell’opinione pubblica, come risposta al mal governo, anche nell’ambito della gestione dell’epidemia di colera, tanto da finire in un celebre episodio de Les Misérables di Victor Hugo. Tra i protagonisti del romanzo, e dell’episodio, c’è un personaggio che si distingue, il monellaccio Gavroche.
Il Gavroche di Hugo ha un prototipo figurativo ben definitivo, col suo basco, il suo gilet liso, la pistola pronta a sparare, nel dipinto di rivolta per antonomasia di quegli anni: Le 28 Juillet. La Liberté guidant le peuple (28 juillet 1830) di Eugène Delacroix (1798 – 1863), il più importante pittore francese tra gli anni ’20 e gli anni ’40 del XIX secolo, per certi versi l’alter ego visuale dello scrittore. Si tratta di una delle opere più importanti del romanticismo francese che celebra l’avvento, nei giorni tra il 27 e il 29 luglio 1830, di quella monarchia costituzionale che i moti del 5 giugno 1832 tentarono di difendere.
La Libertà, col berretto frigio e il tricolore, simboli della Rivoluzione del 1789, è una donna che sprona il popolo a insorgere. È donna perché è immagine della Francia; è donna perché figura metaforica delle molte donne che sono state protagoniste della rivolta; è donna giunonica e classica, antica e moderna insieme.
Su quella donna – e sull’opera tutta – si condensa l’intera storia della pittura francese post-neoclassica e da lì, proprio da quel dipinto, ripartirà verso nuovi orizzonti. È una immagine duplice, dialettica, come direbbe Walter Benjamin, poiché concentra in sé contemporaneamente due tempi: il punto di arrivo delle ricerche naturali, classiche e romantiche partite con la Zattera della Medusa di Théodore Géricault (1819) e il punto di partenza del realismo e del racconto del potere del popolo che sarà di Courbet. È una allegoria, ma è concreta e vissuta; è classica, ma è allo stesso tempo reale, presente. La piramide formata dai cadaveri e dalla Libertà mostra con poco lirismo sangue, piedi sporchi, peli pubici. È una immagine forte e universale, che non tarderà a diventare uno dei simboli della Francia moderna, in particolare dopo l’acquisizione al Louvre nel 1874.
La forza ideologica del dipinto quale manifesto della libertà recuperata dopo la restaurazione trapela da più punti: la data nel titolo definitivo, sebbene apocrifo, e Nôtre Dame sullo sfondo ne sono i simboli più forti. Il 28 luglio è il cuore della tre giorni di insurrezioni popolari che portano alla monarchia costituzionale di Luigi Filippo e quindi alla nascita della Francia moderna. Sarà negli anni del monarca borghese che Parigi diverrà “la capitale del XIX secolo” (citando nuovamente Benjamin), all’avvio di una modernizzazione sociale e tecnologica che raggiungerà il suo apice nel 1889, in una libertà guadagnata sulle barricate grazie al popolo: Scènes de barricades è il titolo del dipinto quando è presentato al Salon del 1831 e lì acquisito dallo Stato francese. La forza di quella immagine si rivela presto ai potenti tanto che il dipinto rimane esposto al Musée du Luxembourg, il “museo d’arte contemporanea” del tempo, per meno di un anno. Esattamente nel 1832 viene tolto dal percorso espositivo, forse proprio perché ancora enfatico ispiratore dei moti del giugno parigino ferito dal colera di quell’anno.
Eugène Delacroix, Le 28 Juillet. La Liberté guidant le peuple

Eugène Delacroix, Le 28 Juillet. La Liberté guidant le peuple (28 juillet 1830), Parigi, Musée du Louvre.

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