Appuntamento stamattina davanti alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, per una passeggiata lungo via Giulia. Il nome evoca il suo ideatore, Giulio II, il papa che decise di lasciare una forte impronta urbanistica nella città, funzionale alla sua idea accentratrice del potere pontificio. Nello specifico aveva pensato ad una via, parallela alla via della Lungara dall’altro lato del Tevere, che da una parte facilitasse gli affari e i commerci che si svolgevano nella zona e che erano strettamente collegati al Vaticano, dall’altra funzionasse come centro di amministrazione della giustizia, attraverso il Palazzo dei Tribunali progettato da Bramante. Il progetto venne meno con la morte del papa e del suo architetto, a un anno di distanza l’uno dall’altro.
Ma la nuova strada fu da subito un luogo di edilizia rinascimentale di pregio: numerosi palazzi vennero edificati dai più importanti architetti dell’epoca, e l’attività proseguì anche nei secoli successivi, come è testimoniato da Palazzo Falconieri. È anche “via delle nazioni”: Santa Caterina dei Senesi, Santo Spirito dei Napoletani, San Petronio dei Bolognesi e, infine, San Giovanni dei Fiorentini, sono chiese delle comunità “straniere” presenti a Roma.
Di tutto ciò, Rossella Faraglia ci ha fornito evidenze storico-artistiche, con qualche richiamo archeologico tra sacro e profano. Così, si è parlato dell’area del Tarentum, collegata agli inferi e al culto di Dite e Proserpina, e dei Navalia, arsenale per le navi militari.
Certo, dopo i muraglioni del lungotevere, che hanno alterato il rapporto della strada con il fiume, la “ferita” al tessuto urbanistico con l’apertura di Corso Vittorio e le demolizioni di epoca fascista, la via ha ulteriormente perso i caratteri che aveva conservato fino a tutto il Settecento.
Nonostante ciò e cercando di non farsi troppo disturbare dal traffico automobilistico di questa domenica pre-natalizia è un luogo perfetto per una passeggiata, anche invernale.