In una mattinata già pienamente estiva e piuttosto calda ci siamo dati appuntamento presso la Casa dei Crescenzi, unico resto antico nella prima parte di Via Petroselli, lato Tevere. Sorgeva, al momento della fondazione, in quella che era stata l’area del Foro Boario, l’antico mercato del bestiame e uno dei fulcri economici della città antica. In epoca cristiana vi sorse l’importante diaconia di Santa Maria in Cosmedin e anche i due templi furono trasformati in chiese.
In passato abbiamo già avuto modo di esplorare questa zona, in particolare i due templi di epoca repubblicana dedicati alla divinità fluviale Portuno e ad Ercole Vincitore, dalla caratteristica pianta circolare. Le precedenti visite hanno dunque fatto da sfondo a quella di ieri che si è incentrata sulla casa dei Crescenzi, raro esempio di dimora gentilizia del basso medioevo (edificata tra l’XI e il XII secolo).
All’ombra di un albero e seduti su una staccionata, tra la Casa e il tempio di Portuno, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare dalla nostra guida, Emanuele Gallotta, l’excursus storico e urbanistico che ha seguito la direttrice viaria, su cui sorgono tutti gli edifici, fino a diventare la Via del Mare, nell’intento di gemellarla con quella che doveva essere la Via dei Monti (poi via dei Fori Imperiali) nella visione mussoliniana, tanto magniloquente quanto infausta, di ripristino dei fasti della Roma antica.
Poche le fonti documentarie arrivate ai nostri giorni sulla Casa dei Crescenzi, ma Emanuele, sulla base dei riscontri materiali, sull’analisi di piante e disegni antichi, ci ha comunque fornito un’ampia ricostruzione storico-architettonica. Anzitutto qualche notizia sul proprietario: la splendida epigrafe su un marmo di riuso che si trova sopra il portone di ingresso ci informa che l’edificio venne costruito da Nicolaus per rinnovare l’antico decoro dell’urbe e non per la gloria della casata dei Crescenzi (che sarebbe stata una vanagloria). Il lungo cartiglio in marmo fa poi espliciti e poetici rimandi alla caducità della vita e ai rimpianti fasti della grandezza di Roma antica. Emanuele ci ha ben evidenziato come ciò che è scritto in epigrafe è dimostrato dall’edificio stesso, che incorpora diversi elementi architettonici di costruzioni di età repubblicana e imperiale: le semi colonne della fiancata sud sono in laterizio di spoglio con capitelli in stile corinzio semplificato, le mensole in marmo sono decorate con putti e vittorie di età severiana, altri marmi antichi inscritti o meno sono altrove variamente impiegati… A dimostrazione che, a dispetto di una critica storica che gli è stata ampiamente sfavorevole, anche il Medioevo ha avuto le sue “rinascenze” e che il richiamo al mondo antico non si interrompe mai.
La casa dei Crescenzi nel corso dei secoli venne identificata come ‘Casa di Pilato’ perché nelle celebrazioni animate della Via Crucis vi si rappresentava la casa del prefetto romano, oppure – per una storpiatura del nome del proprietario – come ‘Casa di Cola di Rienzo’. Questa seconda attribuzione è il motivo, o almeno uno dei motivi, per cui negli anni ’30 Mussolini decise di risparmiarla dalle demolizioni previste nell’ambito dell’opera di razionalizzazione viaria della capitale e nell’ottica di liberare i monumenti ritenuti di interesse storico e pregio artistico da ogni “soffocante” limitrofa costruzione. Del resto, già tra ‘800 e primi del ‘900 il medioevo veniva considerato barbarico e il barocco impuro e stravagante…
L’edificio ospita la sede del ‘Centro di Studi per la Storia dell’Architettura’, continuazione della ‘Associazione Artistica fra Cultori di Architettura’ fondata nel 1890. Il Centro è stato istituito nel 1938 da Gustavo Giovannoni e successivamente elevato a Ente morale con riconoscimento formale nel 1952. Il professor Bilancia ci ha introdotti con cortesia e competenza al suo interno, presentandoci le finalità dell’ente che, tramite pubblicazioni, conferenze e mostre, intende promuovere la ricerca e la tutela dell’immenso patrimonio monumentale italiano.
Una visita quanto mai dimostrativa del fatto che un edificio misconosciuto e oggi piuttosto enigmatico, se bene interrogato con curiosità e sapienza, sia in grado di dare il suo contributo alla conoscenza della storia. Dell’architettura, ma non solo…