| Visite guidate

Foto della Gita a Monterotondo – 4 Ottobre 2025

Primo appuntamento autunnale a Monterotondo per visitare palazzo Orsini-Barberini.

La nostra guida Franco Cenci, monterotondese doc e profondo conoscitore dei magnifici luoghi della Sabina, ci ha accompagnato in un viaggio storico-artistico lungo circa ottocento anni nel quale le vicende di personaggi famosi hanno fatto da sfondo e si sono intrecciate a quelle del popolo, degli abitanti, dei loro contrasti e amori in una narrazione appassionante, divertente e istruttiva.

Non è un caso che la visita abbia avuto inizio con una citazione di Pasolini, il cantore del vivere quotidiano del mondo rurale nel momento della sua sparizione, annichilito dalla speculazione edilizia, dal consumismo che tutto livella e che offende le “belle vedute” tipiche dei paesi italiani.

Spariti anche tanti vecchi mestieri, come quello della ‘vespillona’, colei che si occupava di vestire le persone defunte… Sull’altro versante della cura, stavolta dell’ordine pubblico, Franco ci ha mostrato la lista di alcuni giochi come la morra, i dadi ma anche il sette e mezzo, proibiti in quanto potenziali fonti di risse. Altri tempi ma forse non troppo… E poi un “passaporto per l’interno”, ossia una carta d’identità con indicazione dei tratti somatici e dei segni particolari (in questo caso: naso rotto) atti al riconoscimento della persona al fine di consentire il passaggio delle porte cittadine. Era il 1873: le foto non erano usate.

Entriamo dunque nel palazzo che nasce come fortezza nel ‘200, gli anni di papa Niccolò III Orsini, e si trasforma nel XVI secolo in residenza nobiliare grazie agli stessi Orsini per poi essere ceduto ai Barberini, protagonisti di ampliamenti e modifiche. Non rimane molto degli affreschi rinascimentali ma è ancora possibile ammirare le sale dipinte da Girolamo Siciolante da Sermoneta con scene tratte dal mito di Adone e le belle scene di paesaggio e di caccia dipinte in altre sale da Paul Brill.

Dopo essere passato in proprietà alle casate dei Grillo (quella del famoso film di Monicelli) e dei Boncompagni, alla fine dell’800 il palazzo viene acquistato dal Comune che via via lo adibisce a funzioni pubbliche: ospedale, scuola elementare e uffici amministrativi.

Oggi sono presenti evidenti tracce di tutti questi momenti storici, come gli stemmi dei capitelli con la rosa a cinque petali (casata Orsini) e il tafano (o ape) per i Barberini. In una sala affrescata da Michelangelo Ricciolini in epoca barberiniana è esposta una raffinata tavola della Madonna con il Bambino, detta Madonna della Cascata. L’attribuzione a MIchele di Ridolfo del Ghiralndaio sembra ormai certa.

Franco Cenci ci ha inoltre narrato le vicende storiche di alcune esponenti Orsini, più o meno fortunate, da Clarice Orsini data in sposa a Lorenzo il Magnifico a Bellezza Orsini condannata al rogo per stregoneria.

Usciti dal palazzo abbiamo goduto del piacevole tepore del mezzodì per un giro nelle vie del borgo, nel cuore pulsante di quello che fu un comune che ha visto il passaggio di papi e generali tra cui il generale per antonomasia, Giuseppe Garibaldi.

Un graditissimo rinfresco in un bistrot ha concluso la nostra visita, a conferma che l’Italia è terra di comuni tutti più che degni di interesse e cura.

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