Due chiese davanti a cui si passa senza accorgersi, al più chiedendosi, dell’una perché ha uno stile così diverso da tutto quello che le sta intorno, dell’altra come mai è… caduta così in basso.
La prima è St.Paul’s within the Walls, prima chiesa non cattolica costruita a Roma, la seconda è San Vitale, inserto paleocristiano (almeno nell’impianto), miracolosamente sopravvissuto al vento modernista che ha plasmato Via Nazionale.
Matteo Piccioni e Rossella Faraglia si sono divisi i compiti, rendendo così piacevolmente diversificata e “dialogante” questa visita.In St. Paul’s, costruita subito dopo l’unità d’Italia in stile neo-gotico dal più famoso degli architetti del revival medievale, G.E. Street, Matteo ha rievocato i due momenti storici del movimento pre-raffaellita.
Della originaria confraternita nata ad Oxford nel 1848, qui vediamo infatti la fase due: “post-pre-raffaellita” è una bizzarra ma calzante definizione. Sono all’opera, a partire dal 1881, i due “migliori amici” come li ha definiti Matteo, Edward Burne-Jones con i suoi mosaici ispirati a un forte misticismo concettuale e formale, e William Morris, con le sue splendide piastrelle Arts & Crafts verdi e azzurre, con il trigramma IHS.
I mosaici con “L’albero della vita” e soprattutto “L’Annunciazione”, con la sua desertica e quasi metafisica ambientazione sono i brani più toccanti dell’intero ciclo della zona absidale.
San Vitale è definita “in fovea” ed è davvero curioso pensare che una chiesa che non era per niente in una “fossa” quando è stata costruita, si trovi ad esserlo adesso… L’appellativo è dovuto al martirio subito dal suo titolare: il soldato Vitale che venne prima lapidato e poi seppellito vivo in una “fovea”, in una fossa, come Agostino Ciampelli ci mostra in un affresco all’interno.
Interno abbreviato di molto: dalle originarie tre navate, già a fine ‘400 era ridotta ad un’aula unica. Spazio perfettamente idoneo all’uso che ne fecero i Gesuiti cui la chiesa fu affidata a partire dal 1598. Ad edificazione dei novizi del vicino S. Andrea al Quirinale, veniva mostrato loro il percorso dell’imitazione di Cristo che avviene molto spesso tramite martirio.
La decorazione tardo-manierista singolarmente omogenea, anche se dovuta ad artisti diversi, dà a questa chiesa un notevole fascino. Come si diceva, è stata un’occasione davvero piacevole per conoscere due chiese praticamente fuori dai percorsi usuali, e dal sorprendente interesse storico-artistico.