| Visite guidate

Foto della Visita alla Basilica di San Pietro – 20 Gennaio 2024

In una fredda mattina invernale ci siamo dati appuntamento per visitare la Basilica di San Pietro sotto l’obelisco nell’omonima piazza. La nostra guida Federica Di Folco ha saggiamente approfittato della fila per il controllo degli oggetti personali, per raccontare le vicende straordinarie dell’erezione dell’obelisco Vaticano. Da Heliopolis, il monolite di più di 25 metri, venne portato a Roma per volontà di Caligola e innalzato nel Circo che porta il suo nome dove, secondo tradizione, furono martirizzati molti cristiani fra cui San Pietro. Fu Sisto V, alla fine del ‘500, a volerlo al centro della piazza con enorme dispendio di fatica umana e animale: divenne leggendario il grido di un capitano di mare, Benedetto Bresca: “acqua alle funi !” perché i canapi cui era legato il monolite stavano cedendo per il considerevole peso. Una volta bagnati, quasi miracolosamente, si rinsaldarono.

A questa impresa titanica non faceva ancora da scenografia il colonnato progettato da Bernini per volontà di papa Alessandro VII Chigi a metà ‘600. Una foresta di 284 colonne prospetticamente allineate su 4 file e sormontate da 140 statue rappresentanti vari santi e martiri. Emblema dell’abbraccio della Chiesa ai suoi fedeli, invitati a procedere all’ingresso di uno dei luoghi più santi della cristianità.

Quasi rapiti dall’incalzante narrare di Federica, entriamo anche noi in Basilica, non prima di esserci soffermati sulla facciata progettata da Carlo Maderno, con la imponenza delle sue colonne, paraste e statue.

All’interno, la nostra attenzione viene calamitata dalla Pietà di Michelangelo, capolavoro giovanile dalla stupefacente morbidezza plastica delle forme corporee. Un vetro protettivo la isola dai visitatori, necessario retaggio del grave danneggiamento subito nel 1972 da parte di uno squilibrato turista. Una magnificenza che fa passare in secondo piano la decorazione ad affresco di Lanfranco con l’Esaltazione della croce nella volta centrale e Storie della Passione in quelle laterali.

La basilica è ricca di mosaici, copie di tele o affreschi dei maggiori artisti del ‘500 e del ‘600, manutenuti con grande competenza professionale dallo Studio del Mosaico Vaticano, attivo sin dal XVI secolo. Federica ci raccontava essere lì “archiviate” ben 27.000 tessere musive differenti per tonalità e pasta compositiva.

Il nostro percorso si è snodato fra imponenti cenotafi allegorici, accompagnati dal racconto della storia millenaria delle vicende papali. Paradossalmente, risulta invisibile oggi la sepoltura di papa Giulio II, quasi a contrappasso dei suoi sforzi per averne una che fosse ricordata nei secoli a venire. Quel che resta di essa, lavoro titanico e incompiuto di Michelangelo, è ora il suo cenotafio nella chiesa di cui fu cardinale titolare, S. Pietro in Vincoli, mentre le sue spoglie riposano, assieme a quelle dello zio Sisto IV, in una tomba terragna, nella crociera destra, di fronte al sepolcro di Clemente X Altieri.

Le grotte Vaticane, con le tombe decisamente più umili di pontefici a noi coevi, hanno concluso la visita. Uscendo, vista sulle statue equestri di due imperatori che hanno fatto, in diversi modi e con diversa consapevolezza, le fortune della Chiesa come potenza non solo spirituale ma anche temporale, Carlo Magno e Costantino.

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